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19-04-2024 20:58

 

Per la stessa incolpazione per cui ha proceduto personalmente il Consiglio Giudiziario di Catanzaro e l’esame degli stessi fatti, atti e documenti del Consiglio Superiore della Magistratura, sono stato denunciato dal Maresciallo dei Carabinieri di Montalto Uffugo Danielli Pierluigi, alla Procura della Repubblica di Salerno, competente territorialmente ex art. 11 dell’Ordinamento Giudiziario.

Mi viene notificata dal Maresciallo Danielli l’informazione di garanzia e la chiusura delle indagini !!!!!!, le quali sono state svolte, a mia insaputa, dallo stesso Maresciallo dei Carabinieri di Montalto Uffugo Danielli Pierluigi (All. 1).

Per come documenterò appresso lo stesso Maresciallo Danielli ha interrotto la regolare celebrazione di un processo penale, ha minacciato il PM d’udienza, ha interrogato, irritualmente ed illegalmente (senza alcuna delega del Magistrato Inquirente), il Giudice di Pace.

Ma vi è di più !!!!!

Ha interrogato il personale di Cancelleria (Fullone Giancarlo e Ponissi Carlo), facendo sottoscrivere delle sommarie informazioni testimoniali diverse dalle dichiarazioni rese dagli stessi in Ufficio.

In particolare, omette di riportare che Fullone Giancarlo aveva dichiarato di “non sapere dove mettere le mani”, mentre riporta, falsamente e capziosamente altro.

Ho chiesto al Sostituto Procuratore della Repubblica di Salerno Dott.ssa Marinella Guglielmotti di essere interrogato (All. 2).

Ho inviato una memoria illustrativa, allegando anche la memoria depositata in data 15-07-2015 al Consiglio Giudiziario di Catanzaro, eccependo preliminarmente la violazione del diritto i difesa, poiché erano state fatte indagini a mia insaputa, dallo stesso Maresciallo dei Carabinieri Danielli Pierluigi, che si era reso responsabile di una miriade di reati anche nei miei confronti, per come emerge dalla documentazione depositata.

In particolare, ho evidenziato alla Dott.ssa Guglielmotti che sono destinatario di una sentenza di morte del “tribunale della mafia”, redatta in Germania, la cui tenutaria dell’appartamento dove si tenevano le “udienze” è diventata, dopo queste dichiarazioni, “collaboratrice di giustizia”.

Ho chiesto inoltre di sentire, quale persona informata dei fatti, il Sindaco di Montalto Uffugo Avv. Caracciolo Pietro (denunciante), sulle seguenti circostanze:

Sono trattato come un delinquente.

Eppure non sono un delinquente per i seguenti ordini di motivi:

  1. non ho fatto politica e neppure ho mai chiesto consensi elettorali a “don” Gaspare Cuntrera ed ai soggetti del suo entourage;

  2. non sono mai stato il referente della famiglia Cuntrera;

  3. non ho mai partecipato alle riunioni della famiglia Cuntrera nelle varie località del mondo;

  4. non sono quell’Avvocato che usufruiva della “scorta” agli incontri presso l’Isola Margarita e Caracas (Venezuela);

  5. non sono l’Avvocato (di altra realtà territoriale) presente davanti alla barberia di Corigliano Calabro Stazione, mentre Luigi Lanzillotta veniva eliminato con modalità tipo Chicago anni trenta (All. 3 All. 4).

Nelle more venivo invitato a comparire presso la Procura della Repubblica di Cosenza (All. 5).

Venivo “invitato” a ritirare la denuncia contro il Sindaco di Montalto Uffugo Avv. Caracciolo Pietro (All. 6).

Dopo “l’invito” del Maresciallo Giovanni Guida, in servizio presso la PG del Tribunale di Cosenza, mi veniva notificata la richiesta di rinvio a giudizio della Dott.ssa Marinella Guglielmotti, Sostituto Procuratore della Repubblica di Salerno (All. 7).

Ho inviato al GIP del Tribunale di Salerno Dott.ssa Renata Sessa ed alla Dott.ssa Marinella Guglielmotti, Sostituto Procuratore della Repubblica di Salerno una memoria illustrativa, dove evidenziavo (e depositavo) che per lo stesso fatto il Consiglio Superiore della Magistratura aveva esaminato ed analizzato la vicenda, con finale terminativa pronuncia di archiviazione (All. 8 All. 9 All. 10).

Il rinvio a giudizio deciso dalla Dott.ssa Renata Sessa mi impone una articolata attività difensiva.

In primis, ho chiesto al Maresciallo Giovanni Guida di conoscere il Magistrato Delegante all’interrogatorio (All. 11).

Inoltre, va evidenziato e chiarito che i reati a carico del Caracciolo Pietro, come sopra individuato, sono di una gravità inaudita.

In data 27-05-2016 perviene un fax, nel quale il Dott. Francesco Cozzolino, Sostituto Procuratore della Repubblica di Cosenza, mi informa che il procedimento a carico di Caracciolo Pietro – Sindaco di Montalto Uffugo è stato archiviato in data 16-12-2015 (All. 12).

Non riesco a comprendere due aspetti:

1) dopo l’archiviazione il Maresciallo Giovanni Guida mi interroga quale parte offesa nel procedimento penale a carico del Caracciolo;

2) la competenza territoriale si appartiene, ex art. 11 dell’Ordinamento Giudiziario, alla Procura della Repubblica di Salerno.

Ho sollecitato, altresì, il Consiglio Giudiziario a rilasciarmi copia degli atti posti a sostegno dell’accusa formulata nei miei confronti dal Caracciolo (All. 13).

Ho evidenziato che il “tribunale della mafia” aveva deciso la mia eliminazione fisica, mentre il Tribunale Ordinario della Repubblica Italiana intende perseguire la mia eliminazione, attraverso l’uso distorto dello strumento giudiziario.

Da un’attenta lettura dei miei atti difensivi potrebbe emergere, comunque, un concorso (anche esterno) in associazione mafiosa a carico di “ignoti”.

Per mera completezza conoscitiva informo il lettore che l’esecutore della sentenza di morte del “tribunale della mafia” ha disatteso l’ordine, per cui è stato processato e condannato dal Tribunale Ordinario dello Stato Italiano per un fatto che non ha commesso ed è stato mandato, successivamente, al regime del 41bis.

Il mancato killer, inoltre, durante la carcerazione si è ammalato di cancro e, sebbene la malattia fosse conclamata, è morto (per certificata neoplasia) in carcere.

Dal racconto dei familiari emerge che, durante l’ultima visita, lo rinvenivano disteso nell’infermeria del carcere dell’Aquila, nudo e coperto soltanto da un pannolone (racconto della moglie).

In quel contesto temporale chiedeva labilmente acqua.

La figlia ha avuto difficoltà a soddisfare quella richiesta, poiché nell’infermeria mancava un qualsivoglia bicchiere (racconto della figlia).

Lo stesso giorno in cui i Carabinieri di Corigliano Calabro comunicavano ai familiari il decesso, perveniva un telegramma di nomina difensiva in un processo a suo carico, alquanto discutibile nelle risultanze probatorie e processuali (tratterò come caso autonomo).

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Al momento non aggiungo altro perché ho paura.

E la paura corre sul filo della giustizia.