Altro caso che sottopongo alla lettura riguarda le propalazioni di un collaboratore di giustizia (Franco Pino, da Cosenza, con il grado massimo nella gerarchia mafiosa, a suo dire, di diritto e medaglione).
Per una migliore individuazione e qualificazione dello stesso faccio riferimento ad una trasmissione televisiva Telecamere – con Anna La Rosa, dove il Sostituto Procuratore della DDA di Reggio Calabria Dott. Nicola Gratteri lo ha definito molto attendibile.
Pertanto la dichiarazione del Pino in un ambito processuale (dove accusa Magistrati ed Avvocati) va esaminata con la dovuta cautela (all. 1).
Non conosco i risultati processuali (come atto dovuto) di tali propalazioni a cui il collaborante fa riferimento.
Però, avendo il collaboratore di giustizia leso con la sua dichiarazione l’onorabilità e la dignità della Magistratura Inquirente, della Magistratura Giudicante e della Classe Forense, mi sono rivolto al Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, dove sono iscritto, per ulteriori approfondimenti e conoscenze.
Nella missiva ho riportato tra l’altro:
… Collaborante di giustizia avrebbe affermato che in precisa occasione in questo Tribunale (Rossano) sarebbe stata emessa decisione favorevole ad imputato, dietro corrispettivo.
Sono fermamente convinto dell’infondatezza dell’accusa, ma, risultando da atti processuali (riportato anche dalla stampa), mi sorprende la mancata posizione, seppure di protesta formale, da parte di questo Consiglio (all’epoca dei fatti Ella rivestiva la qualifica di Avvocato – Segretario).
… In tempi recenti qualcuno, protestando davanti all’ingresso del Tribunale, ha mosso e lanciato accuse pesantissime (almeno da me considerate tali).
Sono fermamente convinto dell’infondatezza dei fatti denunciati, riportati e pubblicizzati dalla stampa.
Però mi ha sorpreso la mancata posizione, seppure di protesta formale, da parte di questo Consiglio (all’epoca dei fatti Ella rivestiva la qualifica di Avvocato – Segretario).
… Alla luce di quanto sopra, si rende necessario un confronto dialettico Assembleare, onde evidenziare ed affermare la limpida trasparenza della Classe Forense, nonché dei Magistrati Inquirenti e Giudicanti.
In tal senso insisto che sia fissata a breve un’Assemblea monotematica, per consentire, altresì, ai Colleghi una personale partecipazione di ulteriori fatti a Loro conoscenza. …
Dopo una corrispondenza interlocutoria, ancor prima di essere sentito dal Consiglio dell’Ordine, vengo denunciato dallo stesso Organismo alla Procura della Repubblica di Rossano ed alla Procura Generale della Repubblica di Catanzaro (all. 2 – pag. 1 e 2), con conseguenziale decreto di citazione (all. 3).
Sono stato convocato dalla Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Rossano per essere interrogato.
Quivi ho portato la documentazione posta a sostegno della mia dichiarazione (trascrizione del verbale d’udienza).
Non mi è stata rilasciata copia dell’interrogatorio (da me sottoscritto contestualmente ai due Sottufficiali), sebbene ne abbia fatto richiesta, per cui il documento sarà riportato su questo sito non appena ne verrò in possesso.
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Nella stessa trasmissione televisiva Telecamere – con Anna La Rosa, l’On.le Maria Grazia Laganà (vedova Fortugno) ringraziava per l’incarico assegnatole nella Commissione Nazionale Antimafia (legge 27-10-2006 n. 277), precisando che nella stessa Commissione era stato nominato l’On.le Giuseppe Lumia (Vice Presidente), la cui pregressa esperienza le sarebbe stata di grande aiuto.
Il riferimento è alla nomina dell’On.le Giuseppe Lumia a Presidente della Commissione Nazionale Antimafia (legge 1-10-1996 n. 509).
Con l’occasione si potrebbe chiedere all’On.le Lumia (nella qualità di responsabile della Struttura), se, nel periodo della sua Presidenza, è venuto a conoscenza della succitata propalazione del collaboratore di giustizia (Franco Pino) e quali provvedimenti sono stati adottati dalla Commissione.
In caso negativo, conoscere i motivi per cui la Commissione non ne è stata informata.
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Per quanto concerne la fondatezza o meno dell’accusa del collaboratore di giustizia, la Magistratura (Inquirente e Giudicante) potrà renderci edotti (se ne ricorrono i presupposti di legge).
Rilevo, comunque, una discrasia processuale.
Nel processo di riferimento del collaboratore di giustizia (sentenza n. 230/95 emessa il 27-11-1995 (all. 4); consta di 653 pagine, di cui riporto solo il frontespizio) si parla dell’organizzazione mafiosa della Sibaritide facente capo a Cirillo Giuseppe.
Dagli atti di una altro processo (galassia) risulta quanto segue.
CAPITOLO 3.2: CIRILLO GIUSEPPE (n. a Castel San Giorgio il 20/1/1939) …
Il primo passo della collaborazione di Cirillo Giuseppe risale al 18/7/1995, dopo che questi era stato arrestato il 1°/7/1995, a seguito di ordinanza di custodia cautelare emessa il 29/6/1995 dal G.I.P. distrettuale di Catanzaro. L’imputato è, quindi, stato posto in libertà in data 3/4/1996, in forza della revoca del predetto provvedimento, giustificata dalla cessazione delle esigenze cautelari, conseguente all’inizio della collaborazione (vedi provvedimenti in atti). …
Ebbene, occorre evidenziare come in quel processo n. 230/95, il collaboratore di giustizia Cirillo Giuseppe (collaborante ufficialmente dal 18-07-1995) non è stato mai sentito come teste (sentenza emessa in data 27-11-1995), sebbene non vi fosse una sola pagina che non facesse riferimento alla sua organizzazione.
In un articolo apparso sulla stampa è stato affermato che la collaborazione di Cirillo Giuseppe è avvenuta nell’anno 1996 (all. 5).
Posso solo affermare che tale circostanza non risponde al vero, perché contrasta con le suestese risultanze documentali.
Comunque, a tale manchevolezza poteva sopperire il Presidente del Collegio Giudicante, attesi i rapporti di personale conoscenza con il collaboratore di giustizia Cirillo Giuseppe (deceduto ufficialmente per "morte naturale").
Questo fatto, i documenti e le circostanze di inaudita gravità ad esso collegati, potrebbero avere risultanze favorevolmente dirompenti nelle vicende che riguardano il Dott. Luigi De Magistris.
Al momento non aggiungo altro perché ho paura.
E la paura corre sul filo della giustizia.