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18-04-2024 22:21

Sorvolo quella miriade di processi di ‘routine’ e fermo la mia attenzione a quello iniziato con gli arresti avvenuti nella mattinata del 18-02-1993 e conclusosi con la sentenza del 27-11-1995.

Questo processo ha rilevanza, perché, a dire del collaboratore di giustizia Franco Pino, avente il grado massimo di ‘diritto e medaglione’, era stato istruito a favore di un soggetto, successivamente destinatario del regime del 41 bis, dietro corrispettivo.

Gli argomenti possono essere riassunti:

- revoca del mandato difensivo di Tommaso Russo al difensore di fiducia Avv. XXX;

-  malattia cancerogena diagnosticata da due medici fiduciari della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro a Fabbricatore Giuseppe Vincenzo;

- mancata escussione del collaboratore di giustizia Cirillo Giuseppe.

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Nel 1995, durante una delle udienze, l’Avv. XXX ci informava che nel mese di febbraio Cirillo Giuseppe, capo della  ‘ndrangheta della sibaritide e reggente di Raffaele Cutolo (capo della NCO napoletana), aveva ingrossato le fila dei collaboratori di giustizia.

Nel mese di maggio la notizia era apparsa sulla stampa locale.

L’Avv. XXX aveva rilevato ed esternato delle discrasie nello svolgimento del processo.

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Una mattina, prima dell’udienza, chiacchieravo con Tommaso Russo (all’epoca non era ancora ‘pentito’) e, visibilmente nervoso, mi raccontava che gli era stato ordinato di revocare la nomina di fiducia all’Avv. XXX.

Precisava che doveva farlo in maniera plateale durante l’udienza, motivando che l’Avv. XXX era stato in precedenza difensore di fiducia di Pasquale Tripodoro, poi passato nelle fila dei collaboratori di giustizia.

Successivamente ho capito che l’Avv. XXX doveva uscire dal processo e non doveva venire a conoscenza di determinati riservatissimi segreti di mafia.

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Relativamente alla malattia del Fabbricatore vanno riportate alcune  ‘stranezze’.

Era molto dimagrito e macilento.

Partecipava ed assisteva alle udienze su una barella.

Aveva perso tutte le forze.

Era stata chiesta la rimessione in libertà dai suoi difensori, essendo incompatibile col regime carcerario.

Due medici di fiducia della Direzione Distrettuale Antimafia, per come rappresentata nel processo, avevano diagnosticato una malattia tumorale con effetti devastanti.

Certificavano un cancro e preventivavano un decesso a breve tempo.

In effetti, però, eravamo a conoscenza che la ‘malattia’ era apparente, in quanto il Fabbricatore se l’era procurata ingerendo determinate pillole e posizionando tabacco bagnato sotto le ascelle.

La cosa era frequente e ricorrente ed era a conoscenza degli Inquirenti, per come mi era stato confidato e confermato anche dal Fabbricatore.

Dopo circa sei anni, è deceduto per una indigestione di piombo.

Resterebbe da chiarire i continui viaggi a Bologna del Fabbricatore per curarsi la ‘malattia tumorale’ e se la Magistratura Inquirente, nonché le Forze dell’Ordine, ne siano state a conoscenza.

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Nel suesteso processo di riferimento, la tematica riguardava l’organizzazione malavitosa della sibaritide facente capo a Cirillo Giuseppe.

Ebbene, alcune precisazioni vanno doverosamente fatte: dopo che il Cirillo era diventato collaboratore di giustizia, era l’unico che poteva essere sentito come teste qualificato nel processo e spiegarci tutti gli aspetti dell’organizzazione ‘ndranghetistica da lui diretta.

In tempi successivi ho esternato queste mie motivate e fondate perplessità (il contratto di collaborazione porta la data del 18-07-1995, mentre la sentenza porta la data del 27-11-1995).

La discrasia l’ho marcatamente evidenziata leggendo un articolo di giornale, dove veniva precisato che Cirillo Giuseppe era diventato collaboratore di giustizia nel 1996 (gazzetta del sud, parte finale dell’articolo).

Qualcuno ha cercato di celare macroscopici comportamenti omissivi, ma viene smentito documentalmente.

Infatti, riassumendo, l’Avv. XXX aveva riferito della notizia del pentimento del Cirillo risalente, secondo radio-carcere, a febbraio 1995.

La stampa locale ne aveva riportato la notizia a maggio 1995.

Dagli atti del processo ‘Galassia’ risulta ufficialmente e documentalmente che Cirillo Giuseppe era diventato collaboratore di giustizia in data 18-07-1995.

La sentenza è stata emessa in data 27-11-1995.

La domanda ovvia è questa: perché il Magistrato Inquirente oppure il Collegio Giudicante non hanno ritenuto opportuno sentire quale teste, il neo collaboratore di giustizia Cirillo Giuseppe?

Eppure quel processo, dal primo rigo della prima pagina fino all’ultimo rigo dell’ultima pagina, riguardava e trattava della ‘ndrangheta’ della sibaritide, con i suoi collegamenti e protezioni nei Palazzi Romani.

Questi comportamenti omissivi dell’Inquirente e della Giudicante rappresentano un ulteriore tassello importante del complesso mosaico illustrativo e conoscitivo delle vicende che hanno portato alla eliminazione violenta di Fabbricatore Giuseppe Vincenzo.

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Al momento non aggiungo altro perché ho paura.

E la paura corre sul filo della giustizia.